Il 17 gennaio, i significati ancestrali nelle tradizioni del Cilento

Il 17 gennaio, i significati ancestrali nelle tradizioni del Cilento
cavatielli con ragù e formaggio (foto Giuseppe Conte)

Il 17 gennaio è il primo appuntamento dell’anno nel calendario popolare del Cilento. Dalla festività di Sant’Antonio Abate, la tradizione locale si dipana su più fronti. Oltre l’aspetto prettamente cristiano con la fòcara e la benedizione degli animali, vi è un sano riferimento la carnevale. E in questo 2020, anche una bella curiosità poiché capita di venerdì. E allora non ci resta che fare questo piccolo viaggio tra le suggestioni di una magnifica terra.

le chiacchiere di carnevale si preparano anche il 17 gennaio
chiacchiere (foto Giuseppe Conte)

Il 17 gennaio: chiacchiere e cavatielli

Convenzionalmente, il 17 gennaio coincide con il primo giorno di carnevale. E la letteratura popolare del Cilento ci riserva sempre affascinanti pagine. Per la ricorrenza è consuetudine portare in tavola i cavatielli, conditi col sugo della domenica. Testimonianza dell’importanza attribuita alla festività di Sant’Antonio Abate soprattutto in passato. In chiave moderna ma sulla scia del passato, non è azzardato aggiungere le chiacchiere alla fine del pasto. E nella completezza si evoca quel connubio che si traduce in Sant’Antuono maschere e suoni un momento ben radicato nella cultura del Meridione e in particolare dell’area lucana.

Il proverbio

E restando in tema di importanza, è ben noto come i più celebri proverbi si aggrappino proprio alle principali festività cristiane. Sant’Antuono cu la barba jamga, si nu chiove la neve nu manca recita il detto. Si esprime nella convinzione che, qualora il tempo sia clemente in questi giorni, allora nei seguenti saranno possibili abbondanti nevicate.Una proverbialità legata lle condizioni climatiche come accade per la Santa Caterina e la Candelora.

Venerdì 17

Il 2020 riserva alcune particolarità per le sue ricorrenze. La prima? Spazio alla superstizione e si parte proprio dal giorno dedicato a Sant’Antonio Abate. quest’anno, infatti, cade di venerdì. Talvolta, secondo la credenza popolare, l’accostamento tra il numero 17 e il venerdì è considerato di cattiva sorte o di buon auspicio secondo le vedute ereditate da una cultura lontana. È fuor di dubbio l’assoluta assenza di logica scientifica se non una convinzione dettata da canoni antichi. E se proprio vogliamo dirla tutta, allora ecco in anticipo una seconda curiosità per questo anno. La Candelora quest’anno sarà palindroma: 02.02.2020!

Sant’Antonio Abate

Sant’Antonio Abate

Perito, fino agli anni ‘70 del secolo scorso, vantava tra le sue vie, la cappella di Sant’Antonio Abate. Per consentire l’ammodernamento della strada fu demolita. All’interno si conservava un bell’esempio di statua fittile. Negli ultimi anni la ricorrenza è stata ripristinata proponendo l’antica tradizione della benedizione degli animali. Inoltre, nella piazza dove sorgeva la chiesetta, è stata posta un’immagine che ne conserva memoria. A Laurino, invece, il convento di Sant’Antonio da Padova, probabilmente ebbe origine su un più antico edificio dedicato all’Abate. Sant’Antuono di Torchiara ne conserva il nome. Ortodonico mantiene viva la tradizione poiché, a Sant’Antonio Abate ha affidato la sua protezione. Anche Camella esprime la propria devozione il 17 gennaio mentre Vibonati riserva una grande festività per la ricorrenza patronale.

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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