Valle dell’Angelo, la ricorrenza di San Barbato

Valle dell’Angelo, la ricorrenza di San Barbato

San Barbato è portato in processione due volte all’anno. Le due ricorrenze seno legate alla storia del paese. Valle dell’Angelo, da secoli ininterrottamente mostra la propria devozione verso il Santo patrono. Una devozione che si esprime con una grande partecipazione popolare e con un profondo rispetto. È evidente anche nelle numerose ‘cénte’ che di anno in anno anticipano l’immagine di San Barbato mentre in processione attraversa le vie del paese.

Valle dell’Angelo

Sulla riva destra del fiume Calore, alle pendici del monte Ausinito, sorge Valle dell’Angelo. Per popolazione è il più piccolo fra i comuni del Cilento e di tutta la regione Campania. Il suo territorio è particolarmente ricco dal punto di vista paesaggistico. Non a caso questa affascinante zona rientra nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Casale dell’antico stato di Laurino, che deriva la sua denominazione dalla ‘valle’ sulla quale affaccia e dalla grotta consacrata a San Michele sita in località ‘Costa della Salvia’, vanta una storia antica.

Valle dell’Angelo

Le antiche origini del paese sono ancora in parte avvolte nell’incertezza della tradizione orale, intrecciandosi per lo più con narrazioni che hanno il sapore della leggenda. Alcune deduzioni, invece, portano a pensare che l’abitato sia storto intorno al X secolo. Fino alla metà del 1800 è stato frazione di Laurino, solo in seguito diventa autonomo.

Valle dell’Angelo e San Barbato

Elevato, inizialmente, a Comune con il nome di ‘Piaggine Sottane’ (da cui lo stretto legame anche con la vicinissima ‘Piaggine Soprane’, oggi Piaggine) e, considerate le alterne vicende che hanno interessato e accomunato i due centri, Valle dell’Angelo continua, ancora oggi, a mantenere popolarmente l’appellativo di ‘Casaletto’ e i suoi abitanti ad essere chiamati, scherzosamente, ‘casalettari’, prima ancora di ‘vallangiolesi’. Se si fa, poi, un ulteriore passo indietro, una denominazione ancora più antica ci conduce fino a ‘li Piroti’, in memoria di quelli che, probabilmente furono i suoi primi abitanti, giunti nella zona con i monaci italo-greci provenienti dall’Epiro, da cui ne deriva l’appellativo. In riferimento alle pratiche religiose, si può dire che, nonostante le origini del borgo richiamino il culto di San Michele e della sua grotta, i vallangiolesi siano particolarmente legati a a San Barbato, Vescovo di Benevento che scelsero come loro patrono.

San Barbato

Nella seconda metà del XVI secolo, la chiesa vallangiolese, come del resto anche quella dei paesi vicini, era ancora sottoposta alla giurisdizione ecclesiastica di Laurino che dipendeva dalla Collegiata di Santa Maria Maggiore. Ne conseguiva il fatto che le funzioni religiose potevano essere celebrate a Valle dell’Angelo, solo previa autorizzazione. Riesce poi a distaccarsi ed oggi ci restituisce la parrocchia di San Barbato. La festività patronale si celebra il 19 febbraio. Inoltre, il 31 luglio si ripete in forma votiva. Momento significativo è senza dubbio la tradizionale processione. In particolare, l’appuntamento estivo risulta maggiormente partecipato poiché tanti vallangiolesi rientrano in paese proprio per la loro devozione al santo patrono. Tante ‘cénte’, ancora oggi, anticipano l’immagine di San Barbato. Sono i segni di una lunga e forte devozione.

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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