San Vito, un culto plurisecolare nello scenario sociale e culturale del Cilento

San Vito, un culto plurisecolare nello scenario sociale e culturale del Cilento
San Vito Martire (foto Giuseppe Conte)

San Vito è considerato un martire lucano seppur le note agiografiche sulla sua breve esistenza terrena sono spesso contrastanti. Secondo la tradizione salì al cielo sulle rive del Sele, luogo in cui fu portato per volere divino. Nel Cilento conserva una lunga tradizione ancora ben viva in diverse realtà del territorio.

San Vito nel Cilento

Il culto di San Vito ha fatto parte della quasi totalità dell’odierno Cilento, ma nel corso del Novecento è stato in parte soffocato dalla modernità. Tra i paesi che fanno da corona al Monte Stella, tra gli altri, si ricorda a Valle Cilento e a Matonti. Nell’antico ‘Stato di Gioi’, invece, può considerarsi appartenente a tutti i casali seppur non sia più facilmente rintracciabile in ogni comunità. A Stio si conservano i racconti di quando è stato invocato contro alcuni mali, mentre nell’iconografia appare ben rintracciabile in tanti piccoli paesi. Molte località come Magliano addirittura si esprimono tramite una leggenda che vuole il giovane Vito martirizzato proprio in questi luoghi. Si conservano intese memorie pure a Pellare e Campora.

Fiere e mercati nel sistema devozionale

La collocazione della festività che ricade sul finire della primavera e che, di conseguenza, apre le porte all’estate, ha favorito la nascita e lo sviluppo di importanti occasioni sociali che, nel tempo, si sono intensificati e trasformati in accorsati mercati. Una volta la fiera di San Vito non era una peculiarità di un solo paese, ma pare sia stata un momento presente in diverse realtà. Ad oggi, molte di queste fiere sono inattive, ma restano i ricordi di quando vi prendevano parte un gran numero di genti e, soprattutto pastori. Quest’ultima condizione deriva dal fatto che, principalmente, vi si praticava lo scambio e poi la compra-vendita del bestiame e dei prodotti agricoli. A Felitto fu istituita nei primi anni del Settecento ed ebbe una certa importanza, mentre ad Ostigliano era di carattere locale, ma comunque partecipata poiché, fino agli anni ‘70 del secolo scorso, si praticavano ancora benedizioni propiziatorie.

San Vito Martire
San Vito Martire (foto Giuseppe Conte)

San Vito: tradizioni e riti propiziatori

Pur non essendo direttamente posto a protezione dei campi, la figura di San Vito è indiscutibilmente legata anche alla sfera agro-pastorale. Nel Cilento, infatti, la devozione verso il giovane martire lucano, si lega in gran parte alla propiziazione del raccolto come si evince ancora oggi da alcune tradizioni rimaste ancora in vita. Sempre a Felitto, quando si compie il tradizionale pellegrinaggio che porta alla cappella posta nei pressi del fiume Pietra, vi è l’usanza di distribuire i taralli. Sulla via del ritorno, come testimoniano le memorie locali, è una consuetudine piuttosto antica quella di offrire questi particolari pani che richiamano certamente ed in modo inequivocabile un profondo legame con la terra e, in particolare, con il grano.

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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