Ostigliano, a San Giovanni 24 fiere lanterne: fascino e mistero
La festività patronale a Ostigliano si celebra il 24 giugno. In passato la ricorrenza era scandita da diverse occasioni che interessavano due momenti dell’anno: giugno e agosto. Per distinguere i due appuntamenti in paese le celebrazioni di inizio estate erano ricordate come “San Giuanni re le murtedde”, mentre le celebrazioni di agosto come “San Giuanni re le fico”. In entrambi i casi si fa riferimento a due elementi importanti per l’economia locale fino al Novecento periodo nel quale la modernità ha radicalmente mutato l’assetto sociale ed economico del paese. La processione della vigilia ha rappresemtato un unicum nell’intero territorio.
La processione delle lanterne
La novena compare sulla scena in tempi recenti e pur non avendo radici storiche annuncia la ricorrenza, ma fino ai primi lustri della seconda metà del secolo scorso, tappa molto significativa era il giorno di vigilia ovvero il 23. Al calar della sera prendeva vita un suggestivo rituale che, nella riscoperta culturale, mi piace definire come “processione delle lanterne”. Il nome è dovuto all’usanza di aprire il corteo processionale con 24 lanterne accese, che, disposte su due file, indicavano non solo la data della ricorrenza, ma anche le ore del giorno, caricando la processione di un significato ben più profondo di quello che oggi rimane nei ricordi sbiaditi anche dei più anziani. Quando le ultime ore del giorno cedevano il passo alle tenebre, ecco le piccole fiammelle alimentate dall’olio consumare “quell’oro giallo” che tanto incideva nell’economia locale.
Ostigliano, il perchè di un rito
Il fascino di questo rituale propiziatorio va oltre la visione popolare e, ancora oggi, nonostante sia ormai quasi del tutto dimenticato, continua a rappresentare un tassello da tutelare, perché le pagine più belle della storia locale sono legate alle sue tradizioni. Resta poi quel mistero da sciogliere, quel nodo che ci porterà a capire il perché di quelle lanterne. Ci troviamo di fronte a un rito certamente propiziatorio che sfocia in una gestualità nella quale il ‘popolo contadino’ ripone le sue speranze, affidandone le sorti alla benevolenza del santo patrono. Particolarmente emblematico fu il ripetersi del rituale il Venerdì Santo. Ciò dovrebbe scongiurare la genesi pagana del rituale seppur senza elementi motivazionali apprezzabili.
Il corredo processionale
Un tempo, “le cente”, espressioni di fede, sfilavano numerose. Una croce lignea e argentea bifronte impreziosiva le processioni del 24 giugno e del 29 agosto, mentre la reliquia accompagnava le lanterne nel giorno di vigilia. Una tela ottocentesca, invece, si mostra sul soffitto della chiesa madre richiamando il Battista nelle sue canonicita’ classiche. Non è più presente l’antico simulacro in terracotta ma rimane il mezzobusto forse settecentesco che sfoggia in semplicità la sua imponenza.