San Sebastiano nel Cilento: architetture e storia
La presenza di San Sebastiano nel Cilento sia per quanto riguarda l’assetto architettonico sia per ciò che concerne l’apparato devozionale si concretizza maggiormente all’indomani della grande peste del 1656.
Il culto nel Cilento
Il culto di San Sebastiano si diffonde soprattutto nella seconda metà del XVII secolo. Esso è favorito da quella devozione che vi nacque intorno durante gli anni della peste. Il Santo martire, che fu militare romano, infatti, veniva invocato proprio contro quei terribili stati febbrili che attanagliavano le genti nei secoli addietro. Risalgono, dunque, a quel periodo le poche testimonianze architettoniche e scultoree che ancora insistono. Considerando poi le motivazioni storico-religiose che hanno indotto durante il Settecento e Ottocento ad orientarsi verso culti già esistenti è chiaro che oggi ci viene restituito un quadro incompleto della stessa devozione.
Il Cilento e San Sebastiano: Capograssi
La chiesa cimiteriale di San Nicola a Capograssi di Serramezzana ha una genesi millenaria. La struttura è quasi certamente l’elemento apicale di un antico complesso che, probabilmente, è stato eretto un secolo prima dell’anno 1000. Si tratta di un monastero che ebbe una certa importanza nel territorio e fu sotto la giurisdizione della Badia di Cava. L’interno si caratterizza per il trittico di statua che vede al centro San Nicola e ai lati la Madonna. Un ciclo di affreschi poi che originariamente doveva interessare buona parte delle pareti, restituisce, tra gli altri, l’immagine di San Sebastiano. Potrebbe trattarsi del più antico riferimento del Santo presente in Cilento ma le fattezze del martire dai lineamenti essenziali lasciano intuire la realizzazione intorno al XVI secolo. L’annessione della chiesetta la vecchio cimitero poi testimonia come in passato vi fosse la consuetudine di affidare ai martiri la propria vita dopo la morte.
La devozione
Nell’alta valle del Calore vi era un tempo in cui la devozione era piuttosto radicata nel territorio. A Sacco un’antica immagine in terracotta si trova incastonata nelle mura perimetrali della chiesa di San Silvestro Papa insieme a Sant’Elia e San Nicola: le tre statuette dette popolarmente “li muocci” hanno un forte legame storico e cristiano con i sacchesi. Anche Piaggine e Valle dell’Angelo conservano elementi che riconducono alla presenza di San Sebastiano Martire. Dall’altra parte del territorio, invece, San Sebastiano è compatrono insieme a San Maontano e Santa Irene a Montano Antilia.