Castelnuovo Cilento, Santa Maria Maddalena
La festività di Santa Maria Maddalena a Castelnuovo Cilento evoca i segni di una devozione plurisecolare saldamente ancorata nella comunità locale.
Santa Maria Maddalena: espressione di una devozione viva
Alla prima metà del Settecento si associano diversi racconti che nel Cilento sono spesso riconosciuti come “Miracolo della pioggia”. Basti pensare alla straordinaria ritualità che insiste ancora in paesi come San Mauro Cilento e Casigliano, ma ancora a Lustra e Rocca. Oltre l’Alento poi significativo è il caso di Castelnuovo che, per evitare omonimia, si fregiò pure del coronimo Cilento. E’ accettabile che anche questo antico e nobile abitato dovette fare i conti con la siccità in un anno risalente proprio ai primi lustri del XVIII secolo. Secondo la tradizione per sopperire alla carenza d’acqua, come era in uso a quei tempi, il popolo portò in processione la Santa patrona unitamente a San Cataldo. Si trattava di una processione penitenziale che si ripeté più volte durante l’inverno finché, il 22 gennaio, un imponente temporale sorprese i fedeli rincuorando i loro animi.
Castelnuovo Cilento, la festa del 22 luglio
Occupa tutta la parte centrale del mese la festività patronale a Castelnuovo Cilento. Il 13 ha inizio la tradizionale novena in onore a Santa Maria Maddalena. E’ il periodo dell’attesa che conduce fino al 22 quando la devozione si fa spazio fra i vicoli portandosi fino al cuore dell’antico baluardo dove si trova la piccola chiesa che, con le sue belle fatture, ben si inserisce nel tessuto urbano. Al mattino si sussegue la celebrazione della Santa Messa. Nel tardo pomeriggio, invece, la stessa è seguita dalla caratteristica processione che attraversa le vie del paese. Si tratta di una consuetudine remota custodita fra le mura e le memorie che racchiudono questo straordinario posto.
Il ciclo delle stagioni, una simmetria ancestrale
Il valore della fede cristiana spesso va ricercato in quelle costumanze che, a primo sguardo, possono sembrare null’altro che l’effetto della ciclicità. Tuttavia, proprio casi come questo di Castelnuovo, mettono in risalto quel legame straordinario che unisce l’uomo e la sua terra. La festività patrona, in questo luogo, si tiene due volte all’anno: il 22 gennaio e il 22 luglio. Siamo in inverno e poi in estate: ma si tratta di un distacco ciclico dal grande valore forse non solo simbolico. Le due date sono perfettamente simmetriche fra loro: i sei mesi in cui, un tempo e in parte ancora oggi, si rintracciano le diverse fasi di alcune importanti colture come quella del grano. Mi piace immaginare che il tutto non è frutto inconsapevole della casualità, ma che sia la vera espressività di una fede profonda.