Gioi, il culto della Madonna del Rosario: una disamina storica e religiosa

Gioi, il culto della Madonna del Rosario: una disamina storica e religiosa
Gioi, campanile Sant'Eustachio (foto Giuseppe Conte)

La chiesa di Sant’Eustachio è la più grande di Gioi e un tempo costituiva una delle due parrocchie del paese: oggi ne conserva la titolazione parrocchiale in modo congiunto insieme a San Nicola. Quest’ultimo, però, ha mantenuto in modo predominante la fede dei gioiesi mentre la ricorrenza di Sant’Eustachio che si celebra il 20 settembre e, in forma votiva il 1° maggio, ha nel tempo confinato la sua rilevanza nella storia locale seppur limitatamente alle classiche esternazioni della religiosità popolare cilentana che, sostanzialmente, si traduce nella consueta processione, ormai non più praticata in loco per l’occasione.

Gioi, il culto della Madonna del Rosario

Nella prima metà del Seicento un tremendo mal di gola colpì diversi casali, tra cui Gioi, e in alcuni casi decimò la popolazione facendo danni non secondi neppure alla peste. Nel capoluogo dell’Antico Stato si corse ai ripari invocando la protezione di San Biagio, patrono indiscusso della gola, ma per rafforzarne la validità probabilmente si chiese l’intercessione pure della Santissima Vergine. Così, il 1° ottobre del 1645, la Madonna del Rosario fu proclamata protettrice della città. Oggi la ricorrenza si celebra la prima domenica di ottobre poiché il primo giorno del mese in quell’anno cadeva proprio di domenica.

Il “Volo dell’Angelo”

Il “Volo dell’Angelo” appartiene a una teatralità ben radicata nell’area del Monte Stella mentre risulta poco praticata nelle terre poste storicamente ai margini o ai confini del Cilento Antico. A Gioi, tale espressività, infatti, compare sulla scena negli anni ‘30 del XX secolo e, probabilmente, rimane attiva fino agli anni ‘50. Negli anni ‘80 poi questa usanza, divenuta nel mentre tradizione, s’impone nuovamente nel panorama socio-culturale gioiese rendendosi parte indissolubile nei festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario.

Gioi 2023

“L’incendio del campanile”

Agli anni ’50 del Novecento, invece, risale “l’incendio del campanile”, uno spettacolo pirotecnico messo in scena dal Cav. Giovanni Botti di Salento, divenuto nel tempo un attrattore collaterale in occasione della ricorrenza della Madonna del Rosario a Gioi. A tal proposito, don Marco Torraca, parroco di Perito e originario proprio di Gioi, dice La Festa del Rosario rappresenta per il popolo del Paese non solo un momento intenso di fede e di devozione nei confronti della Madonna, ma è anche occasione di memoria, di aggregazione, di folklore e di vita comunitaria e sociale. In quanto memoria, perché non ricordare chi, e nello specifico il Cav. Giovanni Botti di Salento, che nel passato con la sua maestria e ingegno ha dato vita ad un evento (l’incendio del campanile) che attrae ancora oggi tanta gente alla manifestazione esterna della festa gioiese. Questa manifestazione fu interrotta negli anni ’60 e ripresa nei primi anni ’90.

Commemoriazione-Gioi-2023

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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