Rutino, il ‘Volo dell’Angelo’: identità e memoria in un simbolico duello
È l’alba della seconda domenica di maggio quando si respira una densa aria festante a Rutino. Fin dalle prime luci dell’alba ha inizio quell’antico rituale che porterà, in tarda mattinata, sulla scena il ‘Volo dell’Angelo’. Dopo la celebrazione della Santa Messa la maestosa statua di San Michele esce in processione. Non appena varca la soglia della parrocchiale, l’immagine è accolta da un forte applauso e tra la folla si fa spazio per attraversare le vie del paese. Sosterà in piazza una prima volta dove si svolge la prima parte della sacra rappresentazione. Lo stesso avverrà per il secondo atto che si consuma agli inizi del pomeriggio.
Il ‘Volo dell’Angelo’ nel contesto sociale e culturale
La sacra rappresentazione che si svolge a Rutino in occasione della festività patronale in onore di San Michele è la più nota fra quelle presenti nel Cilento. Questa peculiarità nel tempo ha reso celebre pure la festa stessa, tanto da essere diventata un appuntamento importante non solo per i rutinesi, ma anche per tanti cilentani, diventando di fatto, un attrattore sociale. Per tale motivo, seppur ci troviamo al cospetto di una manifestazione di carattere religioso, la presenza del dramma ha resto la festività un momento di sano folklore culturale.
Rutino, la storia del ‘dramma’
Il dramma portato in scena la seconda domenica di maggio ha probabilmente radici nel XVIII secolo. Non si conosce la paternità dell’opera sebbene la tradizione vuole che autore del testo sia stato un abitante del posto. Nel corso del tempo si è ipotizzata la stesura da parte di un abitante del posto, ma questa tesi non è stata mai confermata ne tanto meno è possibile farlo ora, giacché, quello che sappiamo sui versi del componimento, ci è giunto esclusivamente dall’oralità.
Il Volo dell’Angelo: la scena
Il componimento si divide in due atti, sostanzialmente, il primo vede l’acceso di battito fra l’Angelo e il diavolo che si conclude con una sfida lanciata da quest’ultimo, il quale invita San Michele a sfidarlo a suon di spade; il secondo, invece, vede consumarsi questo storico duello che termina con la vittoria dell’Angelo. Il messaggio evangelico che si evince è ben chiaro: il bene trionfa sul male.
Rutino, suggestione e commozione
Alla vittoria dell’Angelo segue l’applauso festante dei presenti frammisto allo scampanio dei melodiosi bronzi rutinesi. Tra le note della banda e la grande commozione, il popolo riaccompagna San Michele nella sua chiesa. Da secoli, si conclude così, un appuntamento divenuto ormai irrinunciabile anche per coloro che risiedono fuori dal paese natio. È come se l’Arcangelo richiamasse a se i rutinesi riunendoli in questa straordinaria rappresentazione che si fonde tra lo spirito e il senso di appartenenza.