Ostigliano, la “processione delle lanterne”: fascino e mistero

Ostigliano, la “processione delle lanterne”: fascino e mistero
San Giovanni, Ostigliano

I festeggiamenti patronali a Ostigliano culminano il 24 giugno. In passato la ricorrenza era scandita da diverse occasioni che interessavano due momenti dell’anno corrispondenti, nel calendario agrario, al principio e alla fine dell’estate. Per distinguere i due appuntamenti in paese le celebrazioni di giugno sono ricordate come “San Giuanni re le murtedde”, mentre quelle di agosto come “San Giuanni re le fico”. Si tratta di accostamenti sugellati con le risorse che hanno caratterizzato l’economia locale: fino agli anni ’50 del secolo scorso, infatti, il paese era noto per la produzione di fichi. Negli stessi anni è sfumata un antica e misteriosa tradizione: la processione delle lanterne.

La processione delle lanterne

La novena compare sulla scena in tempi recenti e pur non avendo radici storiche annuncia la ricorrenza, ma fino ai primi lustri della seconda metà del secolo scorso, tappa molto significativa era il giorno di vigilia ovvero il 23. Al calar della sera prendeva vita un suggestivo rituale che, nella riscoperta culturale, mi piace definire come “processione delle lanterne”. Il nome è dovuto all’usanza di aprire il corteo processionale con 24 lanterne accese, che, disposte su due file, indicavano non solo la data della ricorrenza, ma anche le ore del giorno, caricando la processione di un significato ben più profondo di quello che oggi rimane nei ricordi sbiaditi anche dei più anziani. Quando le ultime ore del giorno cedevano il passo alle tenebre, ecco le piccole fiammelle, alimentate dall’olio, consumare “quell’oro giallo” che ha rappresentato fonte di sostentamento.

Ostigliano, chiesa parrocchiale
Ostigliano, la chiesa di San Giovanni Battista (foto Giuseppe Conte)

Ostigliano, il perchè di un rito

Il fascino di questo rito va oltre la visione popolare. Non è azzardato giustificarlo come “rituale propiziatorio” ma la sua genesi rimane avvolta nell’incertezza. La gestualità poi si traduce nella presenza di una fiamma viva che ardendo costantemente lungo il percorso processionale scandisce la pietà popolare. Sono i contadino che ricorrono a San Giovanni? Di certo al Battista affidarono il raccolto e ogni invocazione da un lato si proiettava come ringraziamento e dall’altro come auspicio di prosperità. Singolare il ripetersi del rituale il venerdì santo rendendo, a questo punto, il rito stesso emblema mistico.

croce processionale
croce processionale (foto Giuseppe Conte)

Il corredo processionale

Un tempo, “le cente”, espressioni di fede, sfilavano numerose. Una croce lignea e argentea bifronte impreziosiva le processioni del 24 giugno e del 29 agosto, mentre la reliquia accompagnava le lanterne nel giorno di vigilia. Una tela ottocentesca, invece, si mostra sul soffitto della chiesa madre richiamando il Battista nelle sue canonicita’ classiche. Non è più presente l’antico simulacro in terracotta ma rimane il mezzobusto, forse settecentesco, che viene portato ancora oggi in processione il 24 giugno.

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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