San Sebastiano, elementi storici e spirituali nella struttura devozionale del Cilento
Il culto di San Sebastiano si evidenzia in diverse realtà del Cilento. Può essere analizzato prendendo come riferimento la strutturazione in tre aree distanti del territorio così come lo si intende oggi. In ogni luogo emerge un elemento predominante che, in verità, si fonde con gli altri fino a restituire quel quadro comune che si riscontra in tante località del Meridione d’Italia.
Capograssi di Serramezzana
La chiesa cimiteriale di San Nicola a Capograssi di Serramezzana ha una genesi millenaria. La struttura, infatti, è l’elemento cardine di un antico complesso che, probabilmente, è stato eretto un secolo prima dell’anno 1000. Si tratta di un monastero che ebbe una certa importanza nel territorio e fu sotto la giurisdizione della Badia di Cava. L’interno si caratterizza per il trittico di statua che vede al centro San Nicola e ai lati la Madonna. Un ciclo di affreschi, poi, che originariamente doveva interessare buona parte delle pareti, restituisce, tra gli altri, l’immagine di San Sebastiano. Le fattezze del martire dai lineamenti essenziali lasciano intuire la realizzazione intorno al XVI secolo. La presenza del militare romano in questo luogo è assolutamente significativa giacché, insieme a San Rocco, veniva invocato contro la peste e, non di rado, memorie perenni si contano nei complessi annessi proprio a strutture cimiteriali come questo di Serramezzana.
Sacco
Nelle mura esterne della chiesa parrocchiale del paese, consacrata a San Silvestro Papa, si trovano tre statue in terracotta che, rispettivamente, raffigurano San Nicola, Sant’Elia e San Sebastiano. Popolarmente sono chiamate “li muocci” per la particolare tipologia scultorea semplice, ma d’immenso valore storico e spirituale. Ognuna di queste tre figure cristiane, infatti, gode della benevolenza dei devoti poiché alla loro persona si annodano patrocini fondati su importanti patronati derivanti dalla sfera agro-pastorale. Sant’Elia è invocato contro la siccità, mentre San Sebastiano e San Nicola principalmente per difendersi dalla peste.
Montano Antilia, la festività di San Sebastiano
Montano Antilia affida la sua protezione a San Sebastiano, al quale si affianca il compatrono San Montano (da cui ne deriva il nome unitamente al monte Antilia) e Santa Irene che protegge dai fulmini ed è tipico dei paesi posti in zone d’altura e particolarmente esposti. San Sebastiano trova spazio nell’omonima chiesetta che risale al XIV secolo e si festeggia il 20 gennaio.