Cilento, il calendario popolare tra gennaio e febbraio

Cilento, il calendario popolare tra gennaio e febbraio
Cilento, immagine invernale (foto Giuseppe Conte)

Il Cilento è una terra straordinaria. L’identità culturale rappresenta l’eredità sociale che insiste da secoli. Ogni periodo dell’anno esalta la spettacolarità delle tradizioni attraverso momenti legati alla via contadina e, in particolare alla sfera religiosa. I segni del tempo sono visibili nel ‘calendario popolare’ che scandisce i ritmi lenti e ciclici che si susseguono da secoli. Iniziamo il nostro viaggio che, da ‘i giorni della merla’, ci accompagnerà nella ‘storia’.

I giorni della merla

Il miglior alleato delle tradizioni lontane è il tempo. ‘I giorni della merla’ sono l’esempio di un vissuto fortemente legato all’esperienza. Ed oggi, a distanza di un tempo lunghissimo, è evidente come le origini si perdano tra le memorie più antiche. Si vuole che gli ultimi giorni di gennaio coincidano con i più freddi dell’anno. Da un punto di vista logico, ci troviamo nel cuore dell’inverno. Per sua natura è la stagione più rigida. Tuttavia, nessuna accezione logica condivisibile in toto, può vantarne assoluta certezza. A validare la ‘veridicità popolare’, invece, accorre la leggenda. E diverse ruotano proprio sui giorni della merla. Una piuttosto diffusa racconta che in quei giorni una coppia di merli bianchi, per il troppo freddo, si rifugiò in un comignolo. Passato il maltempo, ne uscirono e si ritrovarono con le piume annerite per la fuliggine. Nel Cilento è il tempo in cui si preparano gli insaccati.

Cilento: la Candelora

La Candelora è un appuntamento importante per il calendario popolare del Cilento. Una ricorrenza cristiana fortemente ancorata alla sfera agro-pastorale. La valenza è certamente legata proprio al suo significato. In questo giorno la chiesa ricorda la ‘Presentazione al Tempio di Gesù’. Nella cultura contadina, invece, celebrità assuma con il noto proverbio. Tra i più antichi e meglio conservati in tutta la penisola italiana. Quanno vene la Cannelora ra vierno simo fora ma si chiove o mena viendo quaranda juorni re maletiembo, alludendo palesemente alle condizioni climatiche. É ovvio che nessun fondamento scientifico può giustificare la pretesa del significato. Resta però appetibile per la ‘sopravvivenza’ culturale e sociale del Cilento. Ed è considerato un momento cruciale poiché, ‘prevede a lungo termine’ le condizioni della seconda parte dell’inverno. Curiosità del 2020. La data è palindroma: 02.02.2020 e il mese di febbraio è bisestile.

Cilento, i simboli di San Biagio
I simboli di San Biagio (foto Giuseppe Conte)

San Biagio

Il giorno seguente ci celebra San Biagio. Vi si affida la protezione della gola. Durante le celebrazioni incrociando due candele il prete pone la benedizione sui fedeli. Inoltre viene benedetto l’olio che avrà la stessa funzione nel rituale. Nei tempi passati ed in parte ancora oggi, per i paesi si andava alla ricerca dell’olio in segno di devozione. Nel Cilento la festività è particolarmente sentita a Casal Velino e a Matonti. Si ricorda come patrono anche a Montecorice e San Biase di Ceraso. I rituali invece accomunano tutte le parrocchie. Nella gastronomia il 3 febbraio si accosta alle polpette chiamate proprio di San Biagio. Sono realizzate principalmente con patate, uova e formaggio. Il resto varia secondo le usanze delle singole realtà. Inoltre è considerato ‘propiziatore del raccolto’. Antica usanza prevedeva anche la benedizione delle sementi in questo giorno, prima di essere messe a dimora.

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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