Cilento, ricorrenze votive: le memorie del 16 dicembre 1857

Cilento, ricorrenze votive: le memorie del 16 dicembre 1857
San Nicola, Gioi

Le campane che suonano la sera del 16 dicembre evocano il sisma che colpì la Lucania nel 1857. A perenne ricordo pure nel Cilento insistono ancora numerose festività votive.

Il sisma del 1857

La sera del 16 dicembre 1857 un forte terremoto fece tremare l’Italia Meridionale. Due intense scosse, poco dopo le 22:00, squarciarono la terra con epicentro a Montemurro in Basilicata. Nonostante questo, l’intensità del sisma raggiunse anche le regioni vicine e in particolare portò i suoi effetti in gran parte dell’Antica Lucania colpendo, di fatto, pure l’area dell’odierno Cilento. Gli effetti, chiaramente, man mano che ci si allontanava dall’epicentro furono fortunatamente più contenuti. Il terremoto, però, non risparmiò paura e danni anche a tutto quel lembo di terra che oggi costituisce la parte Sud della provincia di Salerno. È su questi scenari che s’innestano diverse ricorrenze votive volute dalla popolazione cristiana, con lo scopo di ringraziare i Santi dello scampato pericolo. Di gran parte di loro non si conserva più traccia, ma insistono ancora località che ne mantengono viva la storia.

San Bartolomeo, Pellare (Cilento)
San Bartolomeo, Pellare (foto G. Palladino)

Le memorie in circa 150 anni

Così, tra gli altri, Monteforte ringraziò San Donato e Pellare il caro San Bartolomeo. Cicerale si mostrò riconoscente nei confronti di San Giorgio che, tra l’altro, conserva interessanti testimonianze. Si ritiene, infatti, che la statua rappresentante “San Giorgio a Cavallo” (l’altra è a mezzo busto), fu restaurata proprio in seguito a quell’evento giacché, nella festività dell’aprile precedente aveva subito alcuni danni. Sono molte, poi, le ricorrenze che sono negli anni sfiorite e, purtroppo, spesso scomparse del tutto. Nelle memorie, però, sono ancora vivi i ricordi di quando le chiese dei paesi cilentani s’illuminavano la sera del 16 dicembre evocando una storia fatta di fede profonda.

Cilento: San Giorgio, Cicerale
San Giorgio (foto Simone Gioia)

San Nicola a Gioi

Si racconta che l’istituzione della celebrazione del 16 dicembre sia dovuta all’epidemia di peste che si abbatté sul paese nel 1656. La narrazione anima la leggenda che si tramanda da generazioni ma, come tale, non si avvale di una documentazione storica (almeno per quelle che sono le mie ricerche) e, pertanto, lascia ipotizzare una genesi diversa. Si tratta, tra l’altro, della data canonica che ricorda il terremoto che si scatenò sulla Basilicata nel 1857 e proprio al 16 dicembre sono riconducibili numerose ricorrenze votive che furono volute pure nel Cilento per ringraziare il Santo patrono che aveva fortemente limitato i danni causati dal sisma. A tale analisi, invece, si contrappone la ricorrenza della Madonna del Rosario che, al contrario, trova riscontri storici: la festività venne istituita nel corso del ‘600 (prima domenica di ottobre).

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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