Ascensione, le antiche tradizioni: il ‘dono del latte’, ‘i tagliolini’ e ‘l’erba della Madonna’
Ascensione è il nome popolare che viene dato all’ascesa al cielo di Gesù. Segna il momento in cui il Salvatore ritorna alla ‘Casa del Padre’. È una ricorrenza mobile poiché ricade quaranta giorni dopo la Pasqua. Fino agli anni ‘70 del secolo scorso si celebrava di giovedì. Successivamente, con l’abolizione delle festività infrasettimanali, è stata posticipata alla domenica successiva, quest’anno il 16 maggio. Nel Cilento si caratterizza per la presenza di riti e rituali che si incontrano fra loro dai campi alla tavola. Così, partendo dal ‘dono del latte’, si preparano ‘i tagliolini’ e si raccoglie ‘l’erba della Madonna’.
L’Ascensione: il dono del latte
Nonostante i mutamenti sociali, che in molti casi hanno fortemente compromesso le antiche tradizioni, l’Ascensione conserva un ruolo importante nel Cilento. Sono diverse le ricorrenze cristiane che scandiscono la quotidianità nella sfera agreste e pastorale e, l’Ascensione, pur avendo perso la sua collocazione originaria, continua a mantenere le sue consuetudini. Inoltre, a differenza delle celebrazioni puramente religiose – tutte posticipate alla domenica successiva – riesce ancora a distinguersi nella sua veste più remota per la presenza di antiche usanze. Il ‘rito del latte’, che ricopre un ruolo cardine in questa occasione, sfida il tempo e pur sfumando nei significati più arcaici, è ancora una tradizione praticata, seppur, nella maggior parte dei casi, si tratta di una rievocazione per mantenerne viva la memoria. Ciò nonostante, si ripete ormai da secoli e, sebbene sembra allinearsi alle condizioni socio-culturali del nuovo millennio, mantiene la sua forma primitiva, imponendosi ancora come il ‘dono del latte’.
I significati di un rituale
Difficile stabilire con esattezza cosa abbia portato alla pratica di questo rituale così particolare. L’area del Cilento e, più in generale, dell’antica Lucania, custodisce l’essenza di questo rito. L’origine si affida talvolta alle leggende certamente volute per compensare la scarsa vivacità delle poche fonti storiche che ne fanno menzione. Del resto credenze e superstizione giocano un ruolo non marginale nell’identificazione di queste vere e proprie propiziazioni. Dunque, il dono del latte diventa un rito: secondo la tradizione il latte munto nel giorno dell’Ascensione non va destinato alla produzione dei formaggi ma regalato. Fin dalle prime ore del mattino il latte raccolto dalla mungitura è donato ai passanti. Il gesto, comprensibilmente caritatevole in altre epoche, era dapprima volto ai più bisognosi; solo in una chiave di lettura più moderna si inserisce in un nuovo contesto perdendo di fatto il suo ruolo d’origine.
La tradizione in tavola: i tagliolini nel latte
Il latte si beveva fresco, ma una parte si portava a casa. In famiglia, come nei grandi giorni di festa, si preparava la pasta. Per l’occasione si cuocevano i ‘tagliolini nel latte’. Questo piatto è nel tempo diventato identificativo dell’Ascensione non solo nel Cilento ed è portato in tavola ancora oggi special modo in quei luoghi che un tempo avevano una forte vocazione pastorale. E se con la gastronomia si pensa di aver esaurito le peculiarità dell’Ascensione, basta poco per capire che non è così: rimane da argomentare almeno sull’erba della Madonna.
L’erba della Madonna o dell’Ascensione
Alla solennità dell’Ascensione si accosta l’erba della Madonna, o meglio, alcune piccole piante grasse che crescono spontaneamente soprattutto tra le fessure dei muri. Secondo la tradizione, l’erba della Madonna o dell’Ascensione per l’appunto, funge da amuleto tra le pareti domestiche. Per antica tradizione alcuni rami, per questo giorno, venivano appesi alla porta di casa. Si tratta di una consuetudine piuttosto diffusa nel Cilento, specialmente in passato, ora, invece, si rievoca solo in ristretti contesti, come in occasione della Madonna a Sant’Angelo a Fasanella. Secondo altre interpretazioni veniva appesa sul letto dalle giovani donne per augurarsi fertilità oppure sui davanzali per scacciare i malefici dalla propria famiglia. Tutte queste accezioni sono accomunate dalle proprietà di questa pianta che, di mistico e miracoloso, ha una particolare caratteristica: anche se recisa può continuare a vivere e far sbocciare i propri fiori. Sarà questo il segnale di ‘buon auspicio’.