Cilento, la festa di Santa Lucia fra ‘riti antichi’ e ‘nuovi scenari culturali’
Avvalorando la credenza popolare Santa Lucia è patrona della vista. Ed è questo uno dei motivi che rende celebre l’importante figura cristiana. L’accostamento scaturisce dall’etimologia del nome che, secondo la tradizione, trae origine da ‘Lux/luce’. Riveste un ruolo particolarmente ambito nel panorama del Cilento, non solo a livello religioso, ma anche culturale e sociale.
Santa Lucia nel Cilento
Sarebbe estremamente riduttivo considerare il culto di S. Lucia nel Cilento facendo esclusivamente riferimento ai luoghi in cui la Santa ‘Vergine e Martire’ riveste il titolo di patrona. Infatti, in tal senso, le comunità che vi mostrano la propria devozione sarebbero irrisorie. La capillare diffusione, invece, si evince non solo dalle architetture e dalle tradizioni, ma anche e soprattutto dall’intensità della fede facilmente percettibile il 13 dicembre. Oltre lo spirito è comunque fondamentale analizzare la componente artistica che restituisce beni culturali assolutamente straordinari. A Magliano Vetere si trova un suggestivo santuario rupestre edificato a ridosso della parete rocciosa che si trova alle spalle dell’abitato. Il piccolo complesso è meta di pellegrinaggio la terza domenica si settembre in occasione della festività patronale.
Santa Lucia, una magna devozione
Se da un lato dunque a contribuire ad argomentare questo testo è senza dubbio la componente spirituale e dall’altro quella artistica, rimane fuor di ogni dubbio il fatto che la Santa vanti a prescindere una grande benevolenza popolare. Le testimonianze nel Cilento sono numerose. Basti pensare alla partecipazione che insiste in occasione della ricorrenza. Alcuni posti, poi, per eccellenza, si rendono cuore pulsante di una devozione particolarmente viva. Parliamo di S. Lucia Cilento, quel piccolo e antico casale che si allinea sul crinale di una collina che si dipana dal Monte Stella. A Laurino, invece, la festività di S. Lucia storicamente interessa il ‘rione Fontana’ e un tempo vi si accendevano le fanoje (i focari).
Fiere e mercati
E’ noto come in passato i grandi mercati nascevano in concomitanza con i principali appuntamenti cristiani avendo così una facile ascesa. Esempio lampante è la fiera della Croce a Stio, nata intorno alla festività di Santa Maria. Una fortuna simile ebbero anche le fiere sorte grazie alla ricorrenza di S. Lucia. Tra le principali vi è proprio quella che si teneva a Santa Lucia probabilmente il 12 e 13 dicembre, come anticipato poc’anzi, nella piccola frazione di Sessa Cilento. Nella seconda metà del XIX secolo, però, una nuova fiera viene istituita al capoluogo in occasione dell’Immacolata. Decreterà il declino e poi la soppressione di quella di Santa Lucia. Vi è poi la celebre ‘frecagnola’ di Cannalonga che un tempo portava il nome di Santa Lucia e si teneva a dicembre. Situazione che si ripete ancora oggi pure a Monte Cicerale dove si svolge nel giorno di vigilia anticipando la festività.